Solo una semplice operazione commerciale?
Alcuni mesi fa, l’azienda di Menlo Park ha annunciato negli Stati Uniti l’arrivo e la monetizzazione sulla piattaforma Facebook Watch dei videoclip musicali ufficiali. Una mossa che da molti è stata considerata come un vero e proprio guanto di sfida al leader del settore: YouTube. Il business dei videoclip musicali costituisce però un’opportunità di guadagni molto ghiotta e altri competitor vogliono conquistare la propria fetta di mercato.
Dopo Facebook, l’altro colosso tech che si è mosso in questa direzione è stato Apple che a ottobre ha lanciato negli USA il proprio canale televisivo musicale: Apple Music Tv. Un canale di musica h24 gratuito e fruibile soltanto dagli utenti Apple. Una sorta di moderno MTV targato Apple. Inoltre, sembra interessato a questo mercato anche l’attuale uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos. Pochi giorni fa, infatti, il suo servizio musicale di streaming, Amazon Music, ha dato la possibilità agli iscritti di caricare i propri video musicali.
In questa corsa all’innovazione, Spotify non può permettersi di concedere terreno ai competitor.

La svolta video di Spotify?
Alcuni indizi – suggerisce il magazine Music Business Worldwide - sembrerebbero per l’appunto suggerire che l’azienda di Daniel Ek voglia investire nel campo dei video. Parliamo però di indizi e non di prove concrete. L’indizio che suscita maggior interesse è quello della pagina di “Supporto” di Spotify. Dallo scorso 27 maggio – come è possibile notare dallo screenshot sottostante – è presente una pagina dedicata alle istruzioni e alle FAQ della sezione “Video”.

C’è però qualcosa che non torna. Non è chiaro quali siano questi documentari, show e serie di video da vedere oltre che ascoltare. Se escludiamo il podcast di Joe Rogan, i canvas di pochi secondi per alcune canzoni e le storyline non vi sono dei veri e propri contenuti video sulla piattaforma.
L’azienda nel frattempo – come già fatto in precedenza sui rumours riguardanti la modalità karaoke – non rilascia dichiarazioni in merito e lascia sulla vicenda un alone di mistero.
I precedenti tentativi
In ogni caso, comunque, non sarebbe il primo tentativo dell’azienda svedese nel campo audiovisivo. Un settore dove, a differenza di quello dei podcast, gli ingenti investimenti non hanno mai fruttato. Nel 2016 infatti, l’azienda annunciò il lancio di ben 12 format video su tre temi principali: spettacoli, profili e culture musicali.
Ognuno di essi, però, si è rivelato un fallimento o non è mai stato prodotto. Alcuni di questi contenuti, come il documentario sui Metallica è ancora disponibile ma non su Spotify, bensì su YouTube.
Che la piattaforma stia lavorando sottotraccia proprio per evitare di creare e disattendere aspettative troppo alte? In effetti, la pagina di FAQ sui video sembra smentire questa ipotesi ma non del tutto. A causa del silenzio stampa di Spotify, infatti, non è possibile sbilanciarsi in conclusioni.
Certo è che il tentativo di approdare nell’audiovisivo non è semplice e se dovesse avere esito positivo potrebbe completamente cambiare la piattaforma così come noi oggi la conosciamo. Potrebbe assumere infatti una natura ibrida, oltre a un’app di streaming musicale da eseguire in background diventerebbe anche una piattaforma di intrattenimento audiovisivo.
A quel punto sorgerebbero soltanto due domande: i contenuti audiovisivi saranno accessibili a tutti gli abbonati o comporteranno delle spese extra? E gli utenti si abitueranno ad utilizzare Spotify anche come medium di intrattenimento audiovisivo?
Rimaniamo in attesa di ulteriori sviluppi.