Quale futuro per spettacoli ed eventi al tempo della pandemia?
L’attuale pandemia da Covid-19 ha purtroppo arrecato ingenti danni al settore sanitario ed economico-sociale di tutto il mondo. Il comparto della musica e dello spettacolo italiano (concerti, teatri, cinema) non ne è rimasto esente, anzi, è probabilmente tra i settori più colpiti. Da marzo, salvo la timida ripresa dell’estate e di inizio autunno, le attività di questo settore sono state sostanzialmente ferme. Dopo il DPCM del 24 ottobre che ha definitivamente sospeso a data da destinarsi ogni forma di spettacolo aperta al pubblico, il futuro di questo mondo appare quanto mai incerto, per l’appunto.

Le perdite economiche sono state enormi, basti pensare che nel 2019 il comparto ha generato un volume d’affari di circa 4 miliardi (dati SIAE). Il confronto tra i primi sei dello scorso anno e il 2020 è infatti preoccupante e, senza adeguati progetti di rilancio, il 2021 potrebbe rivelarsi ancora più problematico per gli oltre 300mila lavoratori che orbitano intorno questo mondo. Senza contare le enormi conseguenze per la cultura, di cui questo settore è sicuramente espressione e fonte di divulgazione.
Le proposte del Forum Arte e Spettacolo
Fondato lo scorso marzo da Paolo Fresu (Presidente della Federazione Nazionale il Jazz Italiano) Ada Montellanico (Presidente Il jazz va a scuola) e Simone Graziano (Presidente della associazione nazionale musicisti di jazz), il Forum ha coinvolto man mano gli assessori alla Cultura di diverse città italiane e anche alcuni deputati, ed è attualmente in trattativa con il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini. Il loro obiettivo è di sfruttare questa crisi come un’opportunità per poter apportare delle riforme strutturali al quadro normativo e previdenziale che riguarda i lavoratori dello spettacolo.
Non tutti infatti possono accedere agli indennizzi previsti a causa della precarietà o della saltuarietà del loro lavoro, e purtroppo anche per la diffusione del lavoro a nero. Per questo il forum promuove 5 proposte per migliorare, semplificare e garantire delle nuove condizioni contrattuali, previdenziali e assistenziali per i lavoratori dello spettacolo:
- posizione previdenziale unica, sia per artisti che per professionisti, con identica contribuzione che consideri come misura delle prestazioni non solo i giorni lavorativi ma anche i compensi ricevuti;
- indennità e integrazione al reddito per i periodi di forzata assenza lavorativa;
- creazione di uno sportello informatico unico dove poter svolgere tutte queste funzioni;
- semplificazioni burocratiche per l’organizzazione di spettacoli ed eventi;
- detrazioni fiscali per tutti i corsi di musica e arte e credito d’imposta per chiunque operi in ambito culturale.
Non certo dei punti di facile realizzazione, ma che indicano sicuramente in maniera chiara la strada intrapresa dal Forum per riformare il comparto degli spettacoli.
Bauli in Piazza
Anche loro sono stati accolti e ascoltati dal Ministro Franceschini e hanno chiesto una riforma organica della contrattualistica e della previdenza dell’intero settore, chiedendo, per esempio, la facilitazione del riconoscimento degli anni contributivi e dell’indennità per malattie. Chiedendo anche la proroga di un anno della sospensione dei mutui sulla prima casa.
Scena Unita
Ha riscosso una risonanza mediatica ancora maggiore il progetto Scena Unita promosso da artisti, aziende e società bancarie dalla consistente visibilità come Fedez, Amazon Prime e Intesa Sanpaolo. Hanno partecipato inoltre tantissimi altri artisti molto celebri, da Achille Lauro a Vasco Rossi, passando per Sabrina Ferilli e Carlo Verdone. Grazie ad un vincente progetto di crowdfunding, patrocinato dal Mibact, hanno raccolto oltre 2 milioni di euro da destinare appunto ai lavoratori dello spettacolo più in difficoltà. I fondi raccolti saranno divisi in tre parti. La metà andrà in un fondo dedicato alla “Prima Emergenza” quindi in indennizzi e sussidi, ai quali si potrà accedere tramite un application form sul sito di Cesvi, ong bergamasca specializzata in progetti umanitari. Non sono, però, ancora chiari in base a quali criteri saranno erogati i soldi dato che non è ancora disponibile il modulo di richiesta

Un altro quarto dei fondi sarà poi destinato a progetti formativi per cercare di formare e fornire competenze a nuove figure professionali del settore, per evitare una desertificazione lavorativa anche nel capitale umano. Infine, l’ultimo 25% sarà destinato ad un fondo accessibile a realtà profit e non-profit che possano innescare nuovi spettacoli, nuovi eventi e quindi nuove occasioni di lavoro.